Appuntamento mensile con la nostra rubrica in cui consigliamo alcuni film o libri che ci sono particolarmente piaciuti questo mese, non necessariamente novità uscite ora, magari classici riscoperti o rivisti recentemente. Speriamo possa essere anche per voi un'opportunità per scoprire o riscoprire nuovi e vecchi piaceri cinematografici. Cliccate sui titoli per raggiungere l'articolo sul nostro sito.
La casa di produzione
A24 (
Hereditary,
Midsommar,
The Lighthouse tra gli altri) è diventata ormai sinonimo di
elevated horror, una sorta di nuovo genere di film dell'orrore particolarmente raffinato, intellettuale e dai temi sociali (se leggete l'inglese e volete sapere cosa ne pensa
John Carpenter, vi consigliamo
questa spassosa intervista). Questo film islandese di
Valdimar Johannsson, per la verità, non è nemmeno tecnicamente rubricabile come horror. Una coppia di pastori senza figli, che vive isolata nella propria fattoria, decide di adottare l'agnello nato da una delle loro pecore per motivi che si chiariranno man mano che il film procede. Il film ci è piaciuto e tiene sotto controllo il livello di hipsterismo. Una bella riflessione sulla genitorialità e l'isolazionismo. Consigliamo di vederlo sapendone il meno possibile, magari senza vedere nemmeno le foto che girano sul web.
Da un horror iper-sofisticato passiamo all'altro estremo dello spettro: il film-rivelazione del regista Rob Jabbaz è quanto di più violento e grafico si possa sperare di ottenere dal genere. La forma è quella di un tipico zombie-movie, anche se non proprio di morti viventi si tratta, quanto piuttosto di persone che - affette da un virus - perdono totalmente ogni freno inibitorio. È in buona sostanza una riduzione filmica non autorizzata dell'oltraggioso fumetto Crossed di Garth Ennis. Jabbaz pesta forte sul pedale del gore, ma sa anche quando sfociare nel grottesco lasciando sottotraccia la tipica critica sociale del caso. Per chi è abituato a piogge di sangue, il ritmo è alto e ci si diverte un sacco.
Ogni volta che viene pubblicato un nuovo film di
Werner Herzog state pure sicuri che lo inseriremo in questa lista. Questo poi è un documentario particolarmente interessante, girato in Italia nel paese dell'omonimo principe
Carlo Gesualdo, da un lato uno dei più geniali compositori di madrigali del Cinquecento, dall'altro - a credere alla metà di ciò che viene narrato sul suo conto - una delle più perverse personalità del tempo e non solo. Coadiuvato da una splendida
Milva, Herzog ci guida alla scoperta della musica e della vita di questo personaggio assolutamente fuori dal comune.
Il film d'esordio del 1972 dell'animatore
Ralph Bakshi, tratto dalla celebre striscia a fumetti di
Robert Crumb, vede come protagonista l'irriverente Fritz, gatto antropomorfo che vive tra eccessi e squallore nella New York di fine anni Sessanta. Una satira feroce e spassosa della vita universitaria americana del periodo, tra questioni razziali e controcultura. Disponibile anche
il sequel del 1974 diretto da
Robert Taylor.
Maria Roberta Novielli, già autrice del fondamentale
Storia del Cinema Giapponese, in questo nuovo volume punta l'obiettivo sulle evoluzioni della cinematografia nipponica dal 2000 in poi: un'industria e un mercato che nell'arco degli ultimi 20 anni hanno conosciuto sviluppi notevoli, grazie soprattutto all'avvento del digitale e all'apertura alle produzioni indipendenti. È così che il cinema del Sol Levante, mescolandosi alle suggestioni del fumetto e del videogame, ha saputo trovare forza propulsiva a livello internazionale, facendo emergere talenti come
Sono Sion,
Koreeda Hirokazu,
Kitano Takeshi e l'incatalogabile
Miike Takashi, che firma anche la prefazione del libro.